Omnishopper | Insight - Le conseguenze della fine della gloabalizzazione
new normal,shopper journey,consumatore,commerce,ecommerce,experience,conversion,amazonagency,commerceagency,shoppermarketing,omnishopper,digital agency,phygital agency,amazon advertising,Online-offline,omnishopper,amazon,favebook,google,instagra,Tiktok,retail
58886
post-template-default,single,single-post,postid-58886,single-format-standard,qode-core-1.2,woocommerce-no-js,ajax_fade,page_not_loaded,,pitch child-child-ver-1.0.0,pitch-ver-2.3, vertical_menu_with_scroll,smooth_scroll,grid_1300,woocommerce_installed,blog_installed,wpb-js-composer js-comp-ver-6.1,vc_responsive
The New Normal

Le conseguenze della fine della gloabalizzazione

La pandemia è la fine del mondo globalizzato come lo conosciamo. Secondo un articolo dell’editorialista Edward Luce sul Financial Times nessuno ne uscirà vincitore. In un mondo di domanda inesistente l’era cinese della crescita è finita, e i fallimenti americani sono ancora maggiori.

 

Della stessa opinione è l’ex primo ministro australiano Kevin Rudd della rivista Foreign Affairs; sostiene che nessuno sta vincendo, né uscirà vincitore dalla pandemia. Sia la Cina sia gli Usa emergeranno da essa più deboli di quanto non lo fossero all’inizio. Per non parlare dell’Europa. Per fare solo un esempio, secondo le recenti stime pubblicate dalla Bank of England, il PIL inglese subirà una profonda contrazione nel 2020, pari al -14%. A pesare sull’anno sarà, ovviamente, il secondo trimestre, dove le stime vedono una flessione del dato pari a -29%. Per quanto riguarda la disoccupazione, quest’anno nel Regno Unito potrebbe raggiungere il 9%. E’ il peggior crollo da oltre 300 anni. La situazione non è sicuramente migliore negli gli altri Stati europei, per non parlare dell’Italia.

In totale assenza delle due leadership (americana e cinese), ogni Paese andrà per conto suo, USA e Cina comprese. Ogni Stato avrà bisogno di recuperare il controllo sulla propria economia.

 

Il problema, però, non riguarderà solo le Nazioni, ma anche i consumatori. Per la maggior parte delle persone, il disfacimento del globalismo e la crisi economica sono e saranno fonti di profonda preoccupazione. Se è vero che la stragrande maggioranza dei consumatori ha puntato all’acquisto (soprattutto online) di beni di prima necessità, è anche vero che coloro che hanno optato per un accessorio, non lo hanno fatto a cuor leggero, senza pensarci. La crisi economica in corso (e quella in arrivo) ha fatto sì che la percezione del valore del denaro nelle ultime settimane sia molto cambiata. La spesa, cioè, verrà sempre più fatta non sul desiderio del momento ma come un investimento a lungo termine. Quando si tratterà dell’appagamento di un desiderio superfluo, sarà probabilmente un prodotto gratificante e poco costoso.

 

Come ultima cosa la vita si è spostata online. Se Amazon non rilascia dati, basta pensare che il fatturato di Alibaba nell’ ultimo trimestre è aumentato del 62%, complice ovviamente la pandemia che ha tenuto in casa i cinesi, prima di europei e statunitensi, nei tre mesi appena trascorsi.

Il processo d’acquisto andrà, quindi, ripensato, partendo dai nuovi bisogni e desideri dei consumatori post Covid-19. Probabilmente anche i touchpoint giocheranno un ruolo diverso durante il processo d’acquisto con un digitale prevalente e una prossimità più rassicurante. A seguito del successo dei negozi di vicinato durante l’emergenza, per esempio, il management di Esselunga moltiplicherà gli investimenti sul format sperimentale di prossimità La Esse.

 

 

Vuoi scoprire di più sull’evoluzione dell’omnicanalità?
Parlane con il nostro team:  Clicca Qui!