Omnishopper | Insight - Nel retail nulla sarà come prima
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Omnichannel Next

Nel retail nulla sarà come prima

Molti di quelli che assistettero in diretta TV all’attacco alle Torri Gemelle pensarono che da quel giorno in poi il mondo sarebbe cambiato e non sarebbe stato più lo stesso. Di fatti è cambiato, e oggi non facciamo neanche più caso a come ci comportiamo in un aeroporto quando passiamo attraverso lo scanner. Levarsi le scarpe, lasciar controllare i computer e i cellulari, mettere i liquidi (non superiori ai 100 ml) in sacchettini di plastica sono solo alcuni di questi cambiamenti. Aprire zaini e borse all’entrata di musei fa ormai parte della normalità. I più giovani, probabilmente, non sanno neanche che una volta non c’era bisogno di tutti questi controlli.

 

Il coronavirus modificherà le nostre vite anche di più. Non ci riferiamo ai morti e ai loro familiari, ai quali ovviamente va il nostro incredulo e addolorato pensiero. Stiamo pensando a come sarà il retail a pandemia finita.

 

 

Le difficoltà ci consentono di fare in modo diverso ciò che facciamo, di offrire ai consumatori nuove alternative e nuovi valori, e, nel contempo, di reinventare il nostro business.

 

 

In questo periodo le vendite di computer e di stampanti sono salite in modo vertiginoso. Non solo per l‘home-working. L’e-commerce rappresenta, infatti, un modo per fare la spesa senza recarsi in supermercati affollati, stando lontani da possibili contagi. Da Milano a Roma l’assalto alla spesa online sta mandando in tilt le piattaforme, ed Esselunga, Amazon Prime Now, Coop, Carrefour, Conad allungano i tempi di consegna. Con la chiusura forzata di molte tipologie di punti di vendita fino al 25 marzo la necessità di comperare online non riguarda solo il food.

 

Il cambiamento, purtroppo, è stato troppo repentino, e mancano tecnologia e infrastrutture per far fronte al picco di domanda. Il coronavirus non ha solo cambiato le nostre abitudini ma ha anche messo a nudo tutti i limiti del nostro sistema e la nostra arretratezza tecnologica. Supermercato24 – la startup che ha messo in rete diversi supermercati da Carrefour a Esselunga fino a Coop – non ha quasi mai date disponibili per le consegne per le quali bisogna aspettare 6/7 giorni. Con Amazon Prime Now è la stessa cosa. E non va certo meglio sui siti delle singole catene. Quando la domanda cresce in modo esponenziale, la risposta è molto lenta e la saturazione degli spazi per le consegne è immediata.

Fino a poco tempo fa, molti consumatori non erano pronti per l’e-commerce. Ora è il contrario. I clienti si sono velocemente armati di computer e stampanti, ma le piattaforme online non sono ancora pronte per una domanda più alta. L’e-commerce richiede una tecnologia adatta a creare una filiera sufficientemente elastica.

 

Tutto ciò, alla lunga, aiuterà la penetrazione dell’online, con la speranza che le aziende e i retailer colgano l’occasione per fare investimenti e crescere.

 

I punti di vendita fisici, ad emergenza passata, spariranno? Non crediamo proprio, ma saranno diversi, più showroom che negozi, più dediti al retailtainment (retail e entertainment) e all’offerta di servizi e, naturalmente, omnicanali.

 

 

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